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Il taglio di Rovigo

Rovigo 12 settembre 2015

Taglio di Prefettura, Questura e Comando provinciale dei vigili del fuoco di Rovigo, Azzalin: “Mancano il coraggio istituzionale ed una visione organica: per risparmi irrisori si scarica tutto sui territori periferici che non hanno peso elettorale, privandoli sempre più di servizi essenziali Su questa strada si rischia anche di arrivare alla sanità. Perché non si parte invece dall’alto accorpando le Regioni?”

“Sembra di rivivere una storia già vista con il primo progetto di accorpamento delle Province: una proposta fatta senza criteri logici e poi sfociata nella pasticciata riforma Delrio. Ora con lo scopo dichiarato di ridurre le spese si procede ad un altra serie di accorpamenti che scarica tutto sui territori marginali, proprio quelli che, invece, rischiano di sentirsi sempre più periferia e di trovarsi sguarniti di servizi essenziali: con questa logica ci vorrà poco a ritrovarsi privati anche dei capisaldi dei servizi sociosanitari. Il taglio delle Prefetture poteva avere un senso in un’ottica di riorganizzazione complessiva dei livelli di governo territoriale, invece dopo aver ammazzato le Province con una riforma disarticolata, si tagliano solo alcune Prefetture insieme a Questure e Comandi dei vigili del fuoco. Perché invece di partire dal basso, con risparmi irrisori, non si parte dall’alto accorpando le Regioni?”. A spostare il tiro è il consigliere regionale del Veneto Graziano Azzalin (Pd), che definisce la bozza del nuovo regolamento di organizzazione del ministero dell’Interno “l’ennesimo strappo portato avanti senza una visione complessiva”.

Secondo il consigliere democratico, , che ricorda come “per la costruzione di una nuova Questura a Rovigo sono stati spesi 13 milioni di euro ed ancora i lavori non sono terminati”, infatti, “quando si parla di riorganizzazione della macchina amministrativa c’è molto lavoro da fare, ma con la bozza che è stata proposta si vede già come non si pensi affatto di intaccare la ‘polpa’ che c’è a livello centrale, ma semplicemente di tagliare come rami secchi nei territori che non hanno peso elettorale. Questo dimostra una sorta di mancanza di coraggio istituzionale. Le riforme di questa portata non possono essere fatte quasi alla chetichella, elaborate negli uffici romani da chissà quale funzionario: se veramente si vuole riformare lo Stato e la sua macchina burocratica producendo risparmi, serve una visione organica ed una strategia complessiva che, in questo caso, manca completamente”.

“Dal punto di vista del cittadino – conclude Azzalin – e della sua percezione delle vicinanza delle istituzioni, la Regione, al di là del senso di appartenenza, è indubbiamente percepita come più lontana ed è per questo che, volendo davvero tagliare per ridurre i costi, si potrebbe procedere a partire da lì. Certo, anche in questo caso il provvedimento di riduzione del numero delle Regioni non può essere considerato come una cosa a sé stante, ma va inquadrato in un disegno più ampio. E’ una strada lunga e faticosa, ma chi vuole davvero cambiare le cose e non solo cercare facile consenso o attuare provvedimenti spot è questo che dovrebbe fare. La distruzione di 23 capoluoghi, fatta quasi nascostamente, andandone ad intaccare la sicurezza, è più facile ma molto più ingiusta.”.

Graziano Azzalin