Candidato alla segreteria provinciale di Rovigo – Angelo Zanellato
Linee programmatiche su cui sviluppare il nostro impegno per i prossimi anni.
Candidato alla segreteria provinciale di Rovigo – Angelo Zanellato Linee programmatiche su cui sviluppare il nostro impegno per i prossimi anni.
Il nostro Paese, come l’Europa ed il mondo intero, ha vissuto negli ultimi due anni il dramma della pandemia. Tutti abbiamo conosciuto l’incredibile forza distruttiva di un virus invisibile che si è propagato con grande rapidità ed ha fermato le nostre città, ha chiuso le scuole, ha bloccato la produzione, ci ha costretti, tutti, a modificare abitudini e modi di fare, tenendoci a distanza.
L’Italia, prima con il Governo Conte ed ora con la Presidenza Draghi ha saputo reagire meglio di altri Paesi: prima con una azione di difesa (le mascherine, il distanziamento, le chiusure) poi, grazie ai buoni risultati dello studio e della ricerca scientifica, che in breve tempo ha trovato e prodotto il vaccino, ha impostato una azione di attacco incentrata sulla vaccinazione, a partire dalle categorie più fragili, garantita in maniera gratuita a tutti i cittadini.
Non sono mancate le difficoltà ed anche qualche contraddizione nella gestione di una problematica così vasta ed inedita, ma l’Italia ha imboccato da subito una strada faticosa ma necessaria che ci consente oggi di guardare al futuro con qualche ragionata speranza. Il problema è ancora aperto e non possiamo certamente abbassare la guardia ma la strada intrapresa è quella giusta.
Purtroppo ad oggi circa cinque milioni di nostri concittadini non hanno ancora ricevuto il vaccino. Una parte perché non possono, la maggior parte per libera scelta. Noi crediamo che vaccinarsi sia una scelta di libertà e di responsabilità, legata semplicemente al vivere civile.
Dobbiamo dare credito alla comunità scientifica che assieme a quella medico sanitaria continua il proprio prezioso ed essenziale impegno per la salute della persona e della comunità.
In questo contesto, come Democratici, siamo orgogliosi delle scelte fatte in questi mesi difficili. Le abbiamo fatte pensando alle nostre comunità ed al bene del Paese.
Non possiamo sottacere le difficoltà che ha subito il sistema economico e produttivo con ricadute pesanti su tante famiglie. Va riconosciuto che gli interventi del governo sono stati molti e diversificati. Oggi il nostro Paese offre segnali positivi e la ripresa è riconosciuta da tutti gli istituti di ricerca e statistica economica.
Resta però il fatto che molte aziende, soprattutto di piccolo artigianato e commercio, hanno chiuso l’attività ed anche il saldo degli occupati è ancora in difetto rispetto ai mesi pre pandemia ed il saldo positivo riguarda i contratti a tempo determinato.
Il Partito Democratico è impegnato perché la crisi da pandemia non venga pagata ancora una volta dalle categorie deboli e la ripresa sia improntata ai valori dell’equità e della coesione sociale.
2° tema
Il secondo tema che ha focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica in Italia, in Europa e nel mondo, è quello dell’ambiente. Sta crescendo in molti la presa di coscienza che il nostro modo di
vivere, di produrre, di consumare, sta distruggendo il pianeta.
Papa Francesco direbbe che siamo molto lontani dall’essere buoni custodi del creato!
Anche questo è un tema largo e complesso le cui risposte non possono essere limitate nei confini nazionali né fermarsi a quelli di un solo continente. Occorre lavorare con coraggio e lungimiranza in più campi: dai trasporti all’agricoltura, dall’edilizia alla produzione energetica, dagli imballaggi al riciclo e riutilizzo dei diversi materiali.
E’ nella transizione ecologica, che la politica è chiamata a fare la propria parte costruendo il multilateralismo è la capacità di ascolto, cultura del dialogo, pazienza e determinazione nel convincimento.
Il multilateralismo è la sola strada da percorrere e per affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti (e quella ambientale è la più urgente!) e trova la sua migliore realizzazione nel potenziamento degli organismi internazionali, dalla Unione Europea alle Nazioni Unite.
Va riconosciuto che di fronte alla crisi pandemica e con uno sguardo rivolto alla transizione ecologica, l’Europa ha davvero voltato pagina, oserei dire ha cambiato registro, archiviando quel ruolo sterile di controllore tirchio e pignolo, che ha caratterizzato l’ultimo decennio, per aprirsi al futuro con progettualità ambiziose, con programmi coraggiosi, con progetti solidali. E’ questa l’Europa dei nostri Padri, di De Gasperi e Spinelli, L’Europa che è nel DNA di noi Democratici.
Per affrontare ora le tematiche legate al nostro territorio, va registrato che il Polesine sta vivendo una stagione di pesante marginalità.
La riforma dell’Ente Provincia, rimasta tra le tante incompiute, la scomparsa della Camera di Commercio di Rovigo confluita a Venezia, la rappresentanza di associazioni di categoria e sindacati dei lavoratori traslocate ed accorpate con quella di provincie più forti, sono i segni evidenti di un impoverimento del nostro territorio che fatica ad esprimere una propria identità e spesso non riesce a fare squadra.
Non voglio sembrare pessimista (non serve nella vita, non serve in politica!) ma faccio un esempio.
L’arrivo di AMAZON che in Polesine ha fatto un intervento significativo con un investimento importante nel campo della logistica, creando diverse centinaia di posti di lavoro, ha visto la totale assenza della politica ed il fatto è stato vissuto come l’arrivo del “salvatore della patria”.
Non si è parlato di trasporti, non si è parlato di servizi ai numerosi lavoratori, non sì è parlato di residenzialità, non si è valutato il tipo di lavoro e la sua qualità.
E’ mancata la politica ed ora si è costretti a rincorrere i problemi, a tamponare le criticità ma, ancora una volta, senza una visione complessiva, senza una proposta organica, senza un progetto condiviso.
La politica deve riprendere il proprio spazio ed assumere fino in fondo le proprie responsabilità, in termini di visione, di progettualità, di coordinamento.
In altre parole, la politica deve riprendere il proprio ruolo di analisi, di sintesi e di indirizzo.
Le potenzialità del nostro territorio non sono poche, i progetti non mancano ed i finanziamenti sono disponibili.
Penso al progetto di “salvaguardia della qualità dell’aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine”, che prevede un investimento specifico, di cui una grossa parte dei 360 milioni di euro, per la rinaturazione del fiume Po.
Quante amministrazioni si sono preoccupare di capire se toccano le proprie rive?
Penso ai fondi del PNRR specifici per il turismo e legati all’area del Parco del Delta del Po del Mab Unesco. Oltre 25,000,000,00 € , altri soggetti ne stanno disegnando l’utilizzo.
Penso al progetto di riconversione e riqualificazione dell’area ex centrale di Polesine Camerini. 700.000 presenze annue previste, 400 dipendenti che sappiano alcune lingue se non si trova un accordo con la scuola e si programma il percorso formativo, arriveranno da fuori Penso alle infrastrutture ferroviarie, al completamento dell’asta navigabile, ai miglioramenti associati al progetto dei fondi residui dei Patti Territoriali, anche qui 10,000,000 € per il quale entro febbraio bisogna presentare il progetto, ai fondi derivante dal piano della ZLS, oltre 30,000,000,00 per defiscalizzazione e infrastrutture.
I progetti non hanno ancora trovato un coinvolgimento totale dei soggetti o meglio, solo per alcuni.
Potrei continuare ma preferisco invitare tutti i presenti e non, alla AGORA di lunedì 17 gennaio p.v., in questa stessa sala, alle ore 18.30 insieme all’On.le Francesco BOCCIA, dirigente nazionale
del Partito con delega agli Enti Locali, per analizzare e confrontarci, nello specifico, sui temi dello sviluppo economico e della crescita sociale del nostro territorio.
E’ una iniziativa che assumiamo come partito ma intendiamo aprire alle forze economiche e sociali, ai partiti ed alle diverse espressioni politiche.
Sul tema dello sviluppo economico vorrei soffermarmi un momento in più per sottolineare la grande opportunità del fondo PNRR che l’Europa ha messo a disposizione tramite il governo.
Rappresentano anche per il Polesine una occasione unica per tentare di realizzare quello sviluppo che da tempo vogliamo. Uno sviluppo equilibrato, fatto di sostenibilità ambientale, di sostenibilità sociale, sostenibilità nel tempo.
A 70 anni dalla grande alluvione, dobbiamo chiederci se consideriamo i fiumi nostri Amici o nemici. Se il fiume è nostro amico, come io credo, dobbiamo prestare la giusta attenzione per una manutenzione attenta e continua all’alveo ed agli argini, ai fini di una visitazione e di quel turismo lento per cui il nostro territorio è vocato.
A 70 anni dalla grande alluvione non possiamo dimenticare nemmeno la subsidenza che ha colpito il territorio polesano negli anni immediatamente successivi, in seguito alle estrazioni metanifere.
L’abbassamento di larga parte del nostro territorio è stato un altro dramma documentato con analisi e studi scientifici (cito fra tutti l’ing. Mario Zambon che si è battuto con competenza ed energia per il blocco di quelle estrazioni).
Dobbiamo riprendere quella battaglia contro chi, a pochi chilometri dal Delta, difronte al litorale adriatico, vuole riprendere le estrazioni “perché l’Italia ha bisogno di gas”.
Sappiamo che il nostro Paese ha bisogno di energia e le nostre case di calore, ma a nessuno viene in mente di scaldare la propria abitazione bruciando i mobili di casa!
Dico questo, preoccupato per le notizie in merito, che arrivano da Bruxelles e da Roma.
Lascio la parte legata ai progetti di sviluppo del Polesine (ci ritorneremo insieme Lunedi 17, con l’On. Le Boccia) perché ritengo che l’essenziale sia ricostruire un minimo di tessuto politico, che è il presupposto di ogni scelta progettuale che spetta al territorio.
Quando la politica è assente, le decisioni sono prese da altri soggetti: provincie contermini, tavoli elitari, poteri finanziari.
Bisogna riportare la politica, seppure in difficoltà, al centro del dibattito perché non si può parlare di democrazia senza i partiti. Il civismo è certamente una realtà significativa che esprime una vivacità ed una freschezza spesso carente nei partiti tradizionali, ma talvolta contiene i rischi del localismo, del particolarismo, dell’autoreferenzialità.
In questi mesi ci sono stati errori ed incomprensioni, giochi e furbizie. Temo però che nessuno possa scagliare la prima pietra! Mi rivolgo ai civici che in Regione siedono accanto a Lorenzoni eletto in Regione anche con i voti del PD e nei comuni con De Castro, mentre per il Consiglio Provinciale hanno scelto la Lega di Salvini.
Siete sicuri che tutte le caselle siano al proprio posto? Riuscite a tenere insieme il risultato ottenuto con la domanda politica dei vostri elettori?
Penso che gli elettori della nostra area chiedano unità nelle scelte, chiarezza nei programmi e coerenza nei comportamenti.
Il Partito Democratico è il perno del centrosinistra e senza il Partito Democratico non esiste il centrosinistra! Questa affermazione, comunque veritiera, non intendo pronunciarla con arroganza né con autosufficienza ma semplicemente con responsabilità e disponibilità.
Questa affermazione assegna al PD il compito di assumere l’iniziativa, di creare le condizioni per un confronto aperto e plurale, valorizzando il contributo di tutte le esperienze e di ogni sensibilità dell’area del centrosinistra e questa affermazione noi la vogliamo interpretare come compito da assolvere con responsabilità e disponibilità.
Vi è una sola condizione: indossare insieme e per tutto il campionato la stessa maglia e giocare sempre con la stessa maglia e per la stessa squadra. La squadra del centrosinistra che, solo unita, tornerà a vincere!
Ecco perché ho scelto questo momento per offrire ufficialmente al Sindaco di Rovigo ed al Sindaco di Adria, l’invito permanente a partecipare ai lavori della Direzione Provinciale, come invitati esterni ma preziosi, per portare il loro contributo al dibattito che si svolge nel P.D. Provinciale con l’ambizione di proiettarsi positivamente nel campo più ampio del centro sinistra polesano.
Il Partito Democratico in Polesine intende fare questo: favorire un confronto aperto con tutte le forze sociali, economiche, culturali, del terzo settore, con tutti i partiti per ritrovare insieme e costruire una progettualità di sviluppo e di crescita realistica e condivisa.
Sul piano politico il Partito Democratico è consapevole della propria responsabilità e del proprio ruolo nel campo del centrosinistra che è quel campo che, mettendo al centro la persona, vuole tenere insieme lo sviluppo economico e la dignità del lavoro; la produzione e la sicurezza nei posti di lavoro; la libertà di intraprendere e fare impresa con la giustizia sociale; il campo che continua a credere nella istruzione e nella salute come diritti in capo alla persona, da garantire a tutti.
Questa responsabilità è quella di mettersi a disposizione delle tante realtà che compongono il campo del centrosinistra con l’obiettivo di creare condivisione ed unità di azione sui temi ed i problemi del nostro territorio e la vita delle nostre comunità.
Sono le AGORA’ che il nostro segretario Enrico Letta ha lanciato ed anche noi in Polesine vogliamo fare attorno ai diversi temi: la salute, l’ambiente, il lavoro…….
Il Pd sul piano interno va sicuramente riorganizzato,
Partendo dai comuni che ancora sono scoperti o che non hanno per motivi diversi partecipato al rinnovo degli organismi, Partendo da Occhiobello.
Va recuperato il rapporto fra territorio e organizzazione centrale, va dato maggior concretizzazione a ciò che da tempo si sta dicendo, cioè fare in modo che il Pd non sia solo un partito ad appannaggio della parte maschile, ma che il grosso apporto e concretizzazione sui temi, che possono arrivare dalla parte femminile del nostro partito, debba visibilmente essere concreta; ecco perché nella prossima organizzazione del partito ci saranno molte novità.
I circoli che ancora abbiamo numerosi sul territorio, sono chiamati a questa sfida: essere il luogo nel quale, partendo dal Partito Democratico, può maturare un’idea più larga, una iniziativa più ampia, una politica espressione dell’intera area del centrosinistra.
Va superata la frammentazione che da troppo tempo grava sul centrosinistra. Dalle formazioni più a sinistra a quelle più al centro, dai socialisti alle formazioni civiche, tutti dobbiamo ascoltarci di più e dobbiamo dialogare davvero per realizzare insieme quell’area riformista larga che Enrico Letta ha indicato.
Con riferimento all’attività dei circoli ed all’impegno dei nostri segretari di base, occorre valorizzare il loro lavoro. Per superare le sempre maggiori difficoltà di incontro, dovuto anche al periodo particolare che viviamo, si rende necessario pensare a sistemi e modalità diverse da quelle a cui eravamo abituati, al fine di intercettare problemi e difficoltà, ma anche proposte, per rendere più vicina la classe dirigente al territorio.
Anche lo stesso tema delle deleghe dovrà essere pensato in maniera più attenda alle dinamiche che si sono sviluppate in questi ultimi anni, come ad esempio la transizione ecologica, lo sviluppo economico che comprenda il tema degli investimenti provenienti dal PNRR.
Per fare in modo che il PD torni ad essere soggetto politico di larga rappresentanza, sarà necessario creare una conferenza permanente degli Amministratori polesani dai sindaci ai consiglieri comunali.
Nell’ambito organizzativo interno, cercheremo di affrontare il tema della rappresentanza territoriale in modo da coinvolgere maggiormente le area escluse.
Se il PD può vantare ancora una rete di contatti territoriali ed una presenza grazie ai Circoli, è altrettanto vero che siamo caricati di una ulteriore responsabilità, ovvero la formazione di una classe dirigente che sia preparata alle nuove sfide.
Sarà quindi necessario, con cadenza annuale, organizzare una scuola di formazione politica aperta a tutti, iscritti o simpatizzanti di area, che hanno la voglia di formarsi per affrontare, avendo la conoscenza degli strumenti delle nostre istituzioni, l’impegnativa sfida all’interno delle Amministrazioni comunali della nostra provincia.
Prima di concludere voglio rivolgere un saluto particolare ed un convinto ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in questi giorni conclude il suo mandato al Quirinale.
In questi sette anni, non facili, Sergio Mattarella è stato una guida ferma e gentile ed ha saputo unire il Paese e rappresentare al meglio il volto dell’Italia laboriosa, creativa e solidale.
Grazie Presidente!