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Azzalin: “L’ordinanza di Zaia crea confusione, no a provvedimenti che comportano maggiori costi e rischi”

“L’ordinanza di Zaia crea confusione, no a provvedimenti che comportano maggiori costi e rischi: si riapra in sicurezza secondo le direttive nazionali”

“L’essenziale è far parlare di sé, ma ogni tanto sarebbe preferibile il silenzio perché si crea solo confusione. Far passare messaggi contraddittori è sbagliato, non risolve i problemi e rischia di peggiorarli. Le attività commerciali, come le aziende, devono aprire in condizioni di sicurezza: che senso ha, per esempio, dare il via libera alle librerie o ai negozi di abbigliamento per bambini, ma solo due giorni alla settimana? Si crea il pericolo di assembramenti visto che, comprensibilmente, le persone vogliono uscire e per gli esercenti c’è un aggravio di costi, di sicuro maggiori dei benefici. Se Zaia pensa che sia pericoloso opti per la chiusura, come avvenuto in Lombardia, altrimenti dia il permesso di aprire secondo le modalità fissate dal Governo. Così non è né carne né pesce, solo un’occasione in più per differenziarsi, fregandosene delle conseguenze concrete”. È quanto afferma Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico che torna sulla cosiddetta ordinanza ‘soft’ del presidente della Regione Luca Zaia. “Una definizione paradossale, poiché le Regioni possono solo restringere le misure governative, non allentarle”.

“In due giorni ha detto tutto e il suo contrario, parlando di assenza del lockdown ma di piena emergenza, di togliere il limite dei 200 metri come atto di fiducia nei veneti, minacciando però di reintrodurlo perché ha visto troppa gente in giro. Permette i ‘picnic’ nel giardino di casa il 25 aprile e il primo maggio, come se finora le famiglie non potessero comunque farli e non solo nei giorni di festa. Non posso che la mia perplessità per questo caos-ordinanze – aggiunge in chiusura – Credo che in una situazione emergenziale, con una pandemia in corso, serva una centralizzazione delle decisioni che non significa scelte uniformi su tutto il territorio. Sono infatti convinto che la fase 2 dovrà prevedere una ripartenza diversificata anche per le Regioni. Ma con criteri certi. Adesso vanno evitate fughe in avanti, non sempre dettate da nobili motivi”.