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Per il rilancio della città il Pd offre aiuto al sindaco

UNIVERSITÀ ROVIGO Nadia Romeo, Mattia Moretto ed Elisa Calò invitano Massimo Bergamin ad attuare quello che aveva promesso in campagna elettorale.

Rovigo 19 ottobre 2015 – “L’errore è stato a monte”. Così definiscono la scelta del primo cittadino Massimo Bergamin, i consiglieri Mattia Moretto, Nadia Romeo ed Elisa Calò, in merito a come si sta comportando con la questione Università. 

Lunedì 19 ottobre, il sindaco Massimo Bergamin ha dato delega all’assessore Andrea Donzelli perché proponesse all’assemblea dei soci del Cur il rinvio di qualsiasi decisione sulla vendita del cubo ad un privato trovato dalla Fondazione Cariparo in quanto sono emerse clausole del contratto che il Comune di Rovigo non ritiene opportuno sottoscrivere.

“Tutta questa storia si sarebbe già risolta se quello che aveva promesso Bergamin in campagna elettorale lo avesse attuato – spiega Moretto -. Idee programmatiche che tra l’altro sono state copiate da quelle di Nadia Romeo come anche per la Caserma Silvestri. Solo che al momento mi sembra si stia rimangiando quello che ha promesso”.

Non solo: i tre consiglieri di minoranza, credono che Bergamin facendo così si stiamettendo contro proprio la Fondazione Cariparo che ha sempre contribuito alla crescita del territorio. “L’Università in centro era uno dei punti da cui partire per far decollare la città. – spiega Romeo – Subito dopo l’elezione si doveva fare un tavolo di confronto con la Fondazione per definire un percorso. Legalità e populismo purtroppo non vanno a braccetto”.

Romeo riporta alla luce alcune idee per valorizzare il cubo ed il Censer: farli diventare un polo tecnologico di startup salvaguardando anche sulla speculazione del terreno agricolo. “Perché non utilizzare e valorizzare quello che già abbiamo? – domanda Romeo – Purtroppo non c’è stata strategia e confronto, se c’è bisogno la minoranza c’è, noi come Pd ci siamo visto che l’idea è comune. La vendita del cubo poi (3milioni e mezzo di euro, ndr) non risolverebbe il problema del Censer”.

“Per il rilancio della città non servivano idee particolari e soprattutto perché il sindaco si è focalizzato soltanto su una soluzione della questione?” domanda Elisa Calò che ricorda come l’Università in centro possa portare sviluppo ed arricchire la città sotto tutti i punti di vista: i numerosi universitari non farebbero più il tragitto Cubo-stazione dei treni o corriere e viceversa ma potrebbero andare all’Accademia dei Concordi, mangiare qualcosa nei bar, farsi un giro ai giardini e guardare i negozi. Così Rovigo tornerebbe a vivere e magari togliersi il primato della città più noiosa d’Italia.