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LEGGE “DOPO DI NOI”, UN MODO RIVOLUZIONARIO PER PRENDERSI CURA DELLE DISABILITA’

Roma, 5 luglio 2016 -Serie di incontri in Polesine per spiegare la legge che garantirà autonomia e indipendenza evitando il ricorso all’assistenza sanitaria. Per il parlamentare del Partito Democratico Diego Crivellari si tratta di una riforma voluta e rincorsa da tempo con al centro la persona e la sua tutela.
Il “Dopodinoi” è diventato legge con l’ultimo passaggio al Senato dello scorso 26 maggio. Si tratta di una buona notizia: il provvedimento rappresenta una vera rivoluzione per le disabilità gravi, come abbiamo    già cercato di spiegare in diversi incontri organizzati in Polesine in queste settimane, nella sede del Cvs di Rovigo, ma anche a Badia, a Taglio di Po, nell’Auditorium del capoluogo, con la partecipazione di enti e associazioni locali che si occupano quotidianamente di tali realtà. Ricordiamo che con la nuova legge, per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico, si sono individuate e riconosciute specifiche tutele                 per le persone con disabilità, nel momento in cui vengono a mancare i parenti che le hanno seguite fino a quel momento. L’obiettivo del provvedimento, che ha un profilo “sociale”, è garantire la massima autonomia e indipendenza di queste persone, permettendo loro – per esempio – di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni ed evitando quindi il ricorso obbligato all’assistenza sanitaria.

La norma si inserisce in un contesto giuridico che solo dal 1992, con la legge 104, aveva cominciato a occuparsi della materia. Fu proprio la 104 a introdurre la nozione di “disabile grave” ovvero “un soggetto che a causa di una minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente continuativo e globale”, ma fino ad oggi non era previsto nessun regime particolare per i soggetti cui viene a mancare il sostegno familiare.

Il Dopodinoi stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem. Ogni anno, poi, entro il 30 giugno il ministero del Lavoro e delle politiche sociali sarà chiamato a presentare una relazione per verificare lo stato di attuazione della legge, mentre sul tema il Governo dovrà produrre adeguate campagne d’informazione.

Il Fondo è compartecipato da regioni, enti locali e organismi del terzo settore. Avrà una dotazione triennale di 90 milioni di euro per il 2016, a cui si sono aggiunti 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018. Per il Polesine, secondo i primi calcoli compiuti nel confronto avuto con le associazioni, si parlerebbe da subito di una disponibilità di almeno 1 milione di euro per interventi di sostegno alle disabilità gravi.

I requisiti per l’accesso saranno individuati dal ministero del Lavoro entro sei mesi dall’entrata in vigore del testo. Le Regioni dovranno definire i criteri per l’erogazione dei finanziamenti, la verifica dell’attuazione delle attività svolte e le ipotesi di revoca dei finanziamenti.

I soldi del Fondo potranno essere usati per realizzare programmi e interventi innovativi di residenzialità come il co-housing e favorire l’indipendenza dei soggetti “in abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali” della casa d’origine. Con questo fondo si potranno anche sostenere progetti per lo sviluppo dell’autonomia dei disabili privi di assistenza che non rientrano in queste strutture. Le agevolazioni fiscali previste dalla norma sono di due tipi: detrazioni sulle spese sostenute per sottoscrivere polizze assicurative e contratti a tutela dei disabili gravi. Esenzioni e sgravi su trasferimenti di beni dopo la morte dei familiari, costituzione di trust e altri strumenti di protezione legale.

Nella parte in cui la legge prevede la possibilità di agevolazioni fiscali per il patrimonio che si assegna per la cura del disabile il testo iniziale contemplava solo il trust. Nell’ultimo passaggio parlamentare si è deciso di allargare la possibilità delle famiglie di scegliere a chi affidare il proprio congiunto, ricorrendo a istituti già previsti dai codici, come i contratti fiduciari. E includendo le associazioni e le fondazioni a scopo di beneficienza, ampliando la possibilità di scelta, anche alla luce di esperienze già in campo, come quelle di alcune onlus. Non mancheranno comunque, anche nella nostra provincia, ulteriori occasioni di confronto.

on. Diego Crivellari