Al momento stai visualizzando Femminicidio, Boschi: ancora due vite spezzate. A settembre prima cabina di regia interistituzionale

Femminicidio, Boschi: ancora due vite spezzate. A settembre prima cabina di regia interistituzionale

Roma 3 agosto 2016 – “Ancora due donne uccise, due vite barbaramente spezzate. In questo momento di grande dolore, vorrei innanzitutto esprimere la mia vicinanza ai familiari e agli amici di Vania e di Rosaria”. Lo afferma la ministra per le Riforme costituzionali, con delega alle Pari opportunità, Maria Elena Boschi. “La prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne sono una priorità del Governo e ovviamente costituiscono un nostro impegno quotidiano- sottolinea la ministra Boschi -. C’è tuttavia bisogno di ulteriori risposte concrete. Abbiamo infatti costituito la cabina di regia interistituzionale (del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere) per rafforzare e promuovere azioni di contrasto alla violenza sulle donne e al femminicidio: ho convocato la prima riunione della cabina di regia per l’8 settembre. La lotta al femminicidio riguarda tutta la nostra società, tutti noi, uomini e donne – aggiunge la ministra Boschi -. Non possiamo e non vogliamo abituarci a queste tragiche morti”.

Per la Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli, “la violenza sulle donne può e deve essere fermata, “è necessario che ciascuno, a partire dagli uomini, si assuma la responsabilità contrastarne le cause facendo ciò che può, ovunque si trovi, nella sfera pubblica come in quella privata. Chiaramente, oltre ai cittadini l’impegno deve coinvolgere il Parlamento, il Governo e tutte le istituzioni, agendo a partire dagli strumenti che abbiamo a disposizione, come la Legge 27 giugno 2013, n. 77, con cui abbiamo ratificato la Convenzione di Istanbul, la Legge 15 ottobre 2013, n. 119, contro il femminicidio, il Piano antiviolenza: ci consentono anche di stilare un promemoria affinché la mobilitazione e l’impegno quotidiano di tutte e di tutti si traduca in gesti grandi e piccoli capaci di fermare, una volta per tutte, la violenza sulle donne”.

“Sappiamo che la violenza di genere e i femminicidi non sono una ‘questione femminile’, – continua Fedeli – ma un problema di cui tutte e tutti dobbiamo farci carico, per questo sono decisive le scelte che fanno e faranno gli uomini. Dobbiamo agire poi sulla prevenzione, che significa scardinare la cultura patriarcale con cui ancora troppi uomini considerano le donne una loro proprietà. Bisogna garantire a donne e ragazze le libertà di scelta, offrendo loro una pluralità di modelli di vita da scegliere autonomamente, per questo è necessario sconfiggere gli stereotipi sessuali e i pregiudizi, in primo luogo rendendo operativa l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni prevista dalla legge n. 107/2015 sulla ‘Buona scuola’. Inoltre, gli stereotipi si annidano ovunque, per questo l’industria culturale e i media devono essere capaci di trasformare immagini e narrazioni dei due sessi per favorire relazioni libere, paritarie, basate sul reciproco rispetto”.
“È importante – conclude Valeria Fedeli – comprendere una volta per tutte che la tradizionale divisione dei ruoli sessuali nel lavoro domestico e di cura non regge più, perché sono sempre più numerose le donne che lavorano e perché i ruoli stereotipati limitano l’autonomia e la libertà delle donne e delle ragazze. Serve dunque una condivisione reale delle responsabilità dei lavori di cura e domestici. Così come è indispensabile superare tutte le discriminazioni sessuali ancora presenti nel mondo del lavoro ed eliminare il divario salariale di genere, perché altrimenti mancano l’indipendenza economica e le libertà di scelta. Infine, alle vittime di violenza va dato tutto il sostegno possibile, garantendo il funzionamento e il finanziamento dei centri antiviolenza, un’assistenza sanitaria sensibile al genere e un sistema di pubblica sicurezza e giudiziario all’altezza della specificità dei reati”.

“Anche oggi due donne sono morte per mano di uomini, in modo brutale ed efferato. Vania Vannucchi a Lucca è stata addirittura data alle fiamme, sembra da un ex collega, Rosaria Lentini è stata uccisa a coltellate dal compagno, a Caserta. Questi ultimi femminicidi sono la fotografia di un fenomeno che attraversa le classi sociali e l’Italia, non conosce sosta e ci riguarda, tutte e tutti. Oltre ad esprimere il dolore che sentiamo, è necessario fare di più”. Così Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali.

“Bene ha fatto la ministra Boschi – continua Finocchiaro – ad attivare il comitato interistituzionale per dare attuazione al piano antiviolenza. Occorre utilizzare tutti gli strumenti di prevenzione, serve sbloccare i fondi per i centri antiviolenza, unici luoghi in cui le donne che fuggono da compagni violenti possono trovare rifugio per sé e per i figli. E poi dobbiamo convincerci che la partita si gioca sul piano culturale e che riguarda sì le donne, ma anche e soprattutto gli uomini, che devono scendere in campo, ad ogni livello di responsabilità, per fermare una strage. Di fronte al nuovo ruolo e alle nuove libertà delle donne nella società, il modello tradizionale di famiglia e di divisione del lavoro domestico e gli stereotipi legati ad una cultura patriarcale sono inadeguati. Ma per arrivare ad una piena democrazia paritaria – conclude Finocchiaro – è necessario un cambiamento profondo, che richiede l’impegno di tutti”.