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Comunicato stampa…. Mio malgrado sono costretto a replicare a quei 14 iscritti del PD rodigino…

Rovigo 8 agosto 2015- Mio malgrado sono costretto a replicare a quei 14 iscritti del PD
rodigino che, capeggiati dalla Vicesegretaria Regionale Raffaela
Salmaso, hanno deciso di gettare ulteriore benzina sul fuoco delle
polemiche, non accogliendo il mio invito alla costruzione responsabile
di un clima di maggiore serenità e pacatezza all’interno del partito.
Qualcuno a Roma come a Rovigo si diverte ad alimentare nel PD una
permanente “guerriglia”, con l’obiettivo di riconquistare una
centralità politica perduta con l’ultimo congresso di partito.
Costoro trascurano un aspetto basilare: gli avversari politici non
stanno dentro il PD; i nostri avversari sono i conservatori, i “gufi”,
i lobbisti del potere, coloro che non hanno a cuore il rilancio del
Paese perché disinteressati alle sorti di un’intera comunità, compresi
i più deboli.
E’ meglio allora precisare alcuni aspetti, senza dare nulla per scontato.
In Polesine abbiamo avviato lo stesso percorso di discussione del PD
Regionale, guidato da De Menech e dalla Salmaso; fino ad oggi,
infatti, la direzione regionale è stata l’unica sede di confronto
sulle sconfitte subite alle ultime elezioni regionali ed
amministrative.
Io parallelamente ho convocato subito il 30 giugno la direzione
provinciale per una prima fase di confronto che poi avrebbe voluto
coinvolgere a fine luglio l’assemblea provinciale; non avendo però
esaurito la discussione nella serata del 30 giugno, ci siamo
aggiornati a metà e fine luglio in due ulteriori riunioni disertate
dalla minoranza.
Chi allora non ha voglia di discutere seriamente?
Chi sfugge al confronto democratico?
La Vicesegretaria Regionale, nominata in tale ruolo in quanto
sostenitrice di Civati, poi fuoriuscito dal PD, con quali realtà
territoriali ha aperto un dibattito sul risultato delle regionali e
delle amministrative in tutto il Veneto, ben più disastroso che nel
solo Polesine?
Gianfranco Munari come mai ha cambiato idea rispetto a quanto
dichiarato a fine giugno in una riunione dell’Esecutivo Provinciale,
nella quale aveva sostenuto l’inutilità di un congresso provinciale
straordinario e l’opportunità che io non mi dimettessi?
Perché alcuni storici dirigenti come Federico Saccardin, di tradizione
moderata, sono diventati i più accaniti sostenitori delle posizioni di
ultra-sinistra all’interno del PD?
Alcuni di coloro che si dilettano a firmare documenti o a dare lezioni
di politica, quanto impegno hanno profuso per il PD nella recente
campagna elettorale?
Ai 14 firmatari del documento che mi accusa di concezione padronale
del partito ricordo che provengo da una scuola di tradizioni
profondamente democratiche; fossi stato al loro posto non avrei
occupato, come hanno fatto nella primavera del 2014, tutti gli spazi
di rappresentanza del PD Polesano negli organismi dirigenti regionali,
annientando totalmente l’attuale maggioranza provinciale.
Se volessi farla da padrone nel PD Polesano la minoranza non avrebbe
espresso il 46% dell’Assemblea Provinciale o il 43% della Direzione
Provinciale, dopo non aver saputo presentare un proprio candidato alla
Segreteria; così come Munari non sarebbe stato cooptato nell’Assemblea
dell’Unione Comunale di Rovigo, riparando una falla del regolamento
congressuale deliberato dalla Commissaria Miraglia.
Se fossi autoreferenziale e poco trasparente non avrei coinvolto tutto
il partito rodigino e polesano nella definizione ed attuazione del
percorso politico preparatorio delle amministrative 2015, portando per
la prima volta i nostri iscritti ed elettori a scegliere il proprio
candidato a Sindaco di Rovigo e coinvolgendo tutte le anime del PD
nella formazione delle liste e delle alleanze.
Ben vengano le critiche costruttive e i suggerimenti utili al rilancio
politico ed organizzativo del PD Polesano, ma si partecipi
responsabilmente alla discussione nelle sedi interne di partito e si
smetta di alimentare una sterile contrapposizione sulla stampa.
Lo ripeto per l’ennesima volta: rimango al mio posto, per portare a
termine il lavoro da poco iniziato e non tradire la fiducia ricevuta
solo 10 mesi fa dalla maggioranza degli iscritti al PD Polesano, in un
Congresso provinciale che mai era stato così partecipato. Chi non ha
mai digerito le risultanze di quel congresso, se ne faccia una
ragione.
Il mio appello a contribuire tutti ad un clima di maggiore serenità
nel partito è sincero; non è un’iniziativa opportunistica, come sa
bene chi mi conosce un po’ di più (riferendomi ad esempio a Federico
Saccardin, con cui ho collaborato da consigliere provinciale nella sua
prima legislatura alla guida della Provincia di Rovigo).
Ben altri sono i maestri dell’opportunismo, dei trasformismi, dei
calcoli di bottega, dei continui andirivieni fra correnti e
sub-correnti, della ricerca esasperata di qualche posto al sole.
Io sono abituato a lavorare a viso aperto e lo faccio per rafforzare
il PD, affinchè diventi sempre di più un partito aperto, trasparente,
partecipato, innovativo, riformatore, nel solco tracciato dal nostro
Segretario Nazionale Matteo Renzi.

Il segretario Provinciale PD
Julik Zanellato