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Lettera delle Donne Democratiche Venete a sostegno di Rosy Bindi

Padova, 20 novembre 2016
Carissima Rosy,
non è facile scrivere su quanto accaduto perché i pensieri affollano la mente e si accavallano, le parole di solidarietà nei tuoi confronti si mescolano alle parole di rabbia che mettono a nudo l’impotenza di fronte alla violenza!

Perché è violenza quella uscita dalla bocca del presidente della Regione Campania, che lancia messaggi chiari a chi li vuole intendere e allo stesso tempo indica come ci siano ancora “cattivi maestri” che predicano l’aggressività con il linguaggio, con una inevitabile influenza sui giovani, da parte di chi sta nelle istituzioni.

Ma l’aggressività non è un metodo: né di lotta politica, né di partecipazione democratica.

Tutti hanno come obiettivo delle proprie azioni quello di affermare la propria presenza e la propria identità, personale e di idee, ma il rispetto per il pensiero e soprattutto per la dignità delle persone non deve per nessun motivo venire meno.

In questo caso, poi, non sono state contestate delle tue personali opinioni, ma negato un fatto storico: le conclusioni della commissione anti-amafia che presiedi.

Per questo, pur comprendendo le ragioni di chi ci suggeriva prudenza ed oblio del fatto, per non rappresentare ulteriormente una immagine sfrangiata del partito, ti scriviamo: non devi essere lasciata sola. Sappiamo che hai affrontato da sola molte battaglie, ma la tua personale solidità non giustificherebbe il nostro silenzio.

E torna alla mente il testamento politico di Tina Anselmi, quel “attenti! che nessuna vittoria è irreversibile” ci ricorda che le conquiste fatte, per le donne e per il Paese, fanno presto ad esserci sottratte ed a cadere, se “viene meno la nostra vigilanza”, soprattutto in questa stagione carica di contrapposizioni, veleni, individualismo e mancanza di rispetto delle e tra le persone a tutti i livelli della società.

Tina ha avuto il coraggio di presiedere la commissione di inchiesta contro la “P2” e poi di difenderne le conclusioni contro chi, negando anche in quel caso la realtà storica, si presentava vittima di mal-pansier, sostenendo con sfacciataggine che adepti della loggia massonica P2 non avevano cercato di organizzarsi per violare le libertà democratiche a proprio favore.

La vita di Tina ha attraversato momenti difficili, come anche la tua, e quella di tutte noi, quando – a diversi livelli – cerchiamo di svelare connivenze ed interessi anti-democratici.

Chi fa politica è “obbligato” ad un’etica che tenga conto dell’altro e del suo pensiero: non solo le azioni, ma sono inammissibili anche i linguaggi violenti, spesso sessisti, ed a danno di donne che nella politica si impegnano e che attraverso la politica cercano risultati per la tutta la comunità.

Il nostro Partito ha dei valori fondanti che sono incompatibili con le espressioni usate da De Luca e come Democratiche non permetteremo che quanto successo cada nel dimenticatoio del tempo che passa! “Vigileremo” ed agiremo perché non succeda ancora.

Le “scuse” non ci incantano, se non seguite da reale pentimento e ravvedimento operoso: e ci permettiamo di dubitare dell’esistenza di questi due ultimi sentimenti.

Chi offende non può cavarsela con un mazzo di fiori, né un navigato politico può dire che “era un fuori onda” del colloquio con il giornalista.

Le Democratiche Venete sono fiere del lavoro difficile che svolgi come Presidente della Commissione antimafia, perché conoscono l’impegno e la fermezza che metti in tutto ciò di cui ti occupi, con la chiarezza che ti contraddistingue, come politica e come donna.

Non sei corruttibile, non ti lasci incantare, e cerchi sinceramente la verità.

Quindi, non solo solidarietà da parte nostra, ma vicinanza sincera di donne che ancora credono che “fare Politica” (con la “P” maiuscola) sia importante e debba essere nobilitato dalle azioni, ma anche dai linguaggi!

Raffaela Salmaso  Portavoce Regionale Democratiche Venete